tableau vivant ed arte-educazione
Il tableau vivant può essere uno strumento perfetto per fare Arte-Educazione a scuola.
Attraverso il quadro vivente, riproduzione fisica (in carne ed ossa) del dipinto, è possibile fare esperienza diretta dell’arte e mettere in pratica un apprendimento laboratoriale che nella metodologia didattica è indicato come “learning by doing”, l’imparare facendo.
perchè realizzare tableau a scuola
L’attività del tableau vivant a scuola può essere adattata a differenti finalità ed essere messa in campo a partire dalle diverse competenze ed esperienze di chi guida il percorso laboratoriale.
Si può restare nell’ambito della Didattica della materia, per approfondire uno stile espressivo. Si può avere anche un approccio più interdisciplinare e scoprire, attraverso lo studio degli elementi del dipinto, l’epoca storica di riferimento, il contesto sociale e culturale, l’architettura, la moda.
C’è anche chi non resiste alla tentazione di attualizzare le opere, sostituendo gli oggetti di scena con corrispettivi più contemporanei, per fare una sorta di indagine sociologica ed antropologica.
il nostro approccio performativo
Nei nostri laboratori di tableau vivant a scuola partiamo dal presupposto che l’Arte sia una cosa seria, al pari del gioco.
Huizinga, che di gioco ha scritto molto, ci insegna come i bambini nel “fare come se” (come nel gioco del travestimento) sanno perfettamente di fare solo finta; questo, tuttavia, non gli impedisce di giocare seriamente, rispettando le regole.
Nelle attività che proponiamo a scuola cerchiamo anche noi di fare sul serio. Attraverso l’esperienza del tableau vivant, condividiamo con gli studenti un pezzo della nostra ricerca teatrale su come corpo e musica dialogano attraverso il movimento. A partire dalla stasi dell’opera d’arte montiamo delle performance in cui i ragazzi sperimentano lo stare in scena.
Qui il link di una performance di fine laboratorio con 40 ragazzi formati per un evento su Rossini.
Rossini, Il Viaggio a Reims, Arpa gentil e Viva il diletto augusto regnator
la nostra sperimentazione: tableau vivant ed emozioni
Lo studio della mimica facciale dei soggetti raffigurati ci permette anche di addentrarci nel campo delle emozioni, di quelle espresse nelle opere e di quelle suscitate nello spettatore.
Di solito partiamo da una immagine di un dipinto celebre in cui l’emozione espressa sia di immediata lettura. Ad esempio nell’opera “3 maggio 1808” di Goya, meglio conosciuta come la Fucilazione, la paura provata dal protagonista è inequivocabile.
All’osservazione individuale segue l’analisi collettiva per poi andare ad affrontare, attraverso vari step, l’emozione espressa che ci conduce alla messa in scena del tableau vivant.
Questo approccio, che abbiamo sperimentato in diversi contesti, richiede a noi formatori teatrali (così come agli insegnanti, agli educatori ed ai pedagogisti) di essere in continua formazione.
Avere competenze relative all’espressione, alla comprensione e alla regolazione delle proprie emozioni è una condizione necessaria per lavorare con le emozioni altrui.
A tale proposito determinanti sono stati gli approfondimenti sui temi dell’intelligenza emotiva di Goleman e delle intelligenze multiple di Gardner. Vi parleremo a breve (più nel dettaglio) di questi temi, intanto abbiamo trasposto in DAD i nostri percorsi formativi per docenti /educatori e per studenti.
Qualunque strada tra quelle proposte si scelga, fare esperienza diretta dell’arte a scuola può essere appassionante ed il tableau vivant è un valido alleato.
il tableau vivant: la mia prima volta
Io stessa ho incontrato il tableau vivant per la prima volta a scuola.
Frequentavo le medie ed il mio professore di Arte viveva ad Avigliano, un paese del potentino in cui la tradizione dei quadri plastici è molto radicata.
Ricordo l’emozione nell’entrare nella chiesa sconsacrata. Mi trovai di fronte i miei amici più grandi, fare quel gioco di Huizinga, “quel fare finta di” con tanta serietà da snaturarli. Il quadro rappresentato, che non conoscevo, era la “Deposizione” di Caravaggio ed io ero semplicemente ammirata.
“Sono illuminati da un occhio di bue, con un taglio laterale”
spiegava il professor Domenico Salvatore.
tableau vivant Deposizione di Caravaggio, anno scolastico 1992 / 1993 from Teatri 35 on Vimeo.
Su quella emozione, che allora non sapevo esprimere, adesso ogni tanto ci torno e mi interrogo su quanto quella esperienza abbia inciso nel mio percorso.
Forse rientra tutto nella casualità degli eventi ma oggi, che con Teatri 35 ho fatto della passione per il tableau un lavoro, posso dire che quello fu per me un apprendimento significativo, generativo e trasformativo.
Occorre seminare bellezza nella scuola ed il tableau vivant può essere un potente dispositivo.